
L'induzione ipnotica non ha bisogno di strumenti particolari, basta la voce, e nel caso si una induzione non verbale quest'ultima è sostituita da una serie di gesti.
Nonostante questo , molti sono stati gli ipnotisti che hanno utilizzato strumenti più o meno improvvisati o scientificamente predisposti all'uso. L'utilizzazione di questi strumenti, a volte è richiesta come parte integrante della procedura ipnotica, altre volte come un ausilio per distrarre la mente dell'ipnotizzando, altre volte entra a far parte di una teoria sul funzionamento dell'ipnosi.
Lo spettro delle strumentazioni va da una semplice girandola, passa per uno specchietto per le allodole e arriva fino a complesse strumentazioni elettriche.
Se c'è qualcosa che ci spinge a produrre macchine sempre più veloci, aerei che volano sempre più in alto, e grattacieli alti come montagne, una ragione ci dovrà pur essere, e l'ipnosi non fa eccezione rispetto alle regole di questa gara.
Gli strumenti utilizzati per ipnotizzare sono assolutamente un accessorio, qualcosa, come avrebbe detto Wilde, così superfluo da essere necessario. Chi ha imparato ad andare in ipnosi servendosi di uno strumento qualunque, spesso non riesce a farne a meno, e questo diventa parte integrante e fondamentale dell'intero processo. L'inutile è diventato necessario, il superfluo indispensabile. Molto meglio fare affidamento soltanto alla mente, senza alcun accessorio di complemento.
La maggior parte della strumentazione ipnotica realizza principalmente uno scopo: la fissazione dello sguardo su un punto. Stancare la vista sembra avere un ruolo molto importante nel cambiamento dell'attenzione, una sorta di canale d'accesso preferenziale allo stato di ipnosi. Per questo molte sono state le tecniche sviluppate a partire dalla fisazione dello sguardo, e molte di queste utilizzano strumenti di vario tipo: spirali, candele, orologi, un punto nel muro, unl pendolo, la mano o le dita dell'ipnotista. Qualunque cosa va bene pur di fissare l'attenzione dello sguardo e permettere il passaggio nel regno della trance.
Spirale
La spirale occupa un posto speciale nell'immaginario ipnotico, tanto da poter essere in qualche caso, associata all'ipnosi stessa. Guardare una spirale che gira, come quella proposta più avanti, fissa lo sguardo in un punto e di conseguenza concentra la mente su una sola idea: continuare a guardare quel punto. Il movimento rotatorio, inoltre, fa da trascinatore dello sguardo in direzione del centro della spirale. [Guardatela solo se le vostre condizioni psicofisiche lo consentono].
Specchietti per le allodole
M. Luys dottore all’ospedale della Carità, utilizzava uno specchietto per le allodole, ossia lo stesso richiamo utilizzato ai cacciatori per questo tipo di uccelli, costituito da una serie di specchietti montati su un dispositivo rotante ad orologeria.
“Pensando all’azione speciale, affascinatrice, che questi specchi mobili, illuminati dal sole, determinano in questi uccelli, per analogia, questo stesso strumento, sarebbe stato adatto a produrre nell’uomo, almeno in certi soggetti nevrotici, predisposti, delle azioni simili, e sviluppare così, meccanicamente, la loro attitudine latente all’ipnosi …”
Flash
Charcot, sul finere del 1800, presso l'Ospedale della Salpêtrière, utilizzava per indurre l'ipnopsi un forte suono di gong o il lampo di una luce Drummond, una sorta di Flash dell'epoca.
Placebo
Un esempio di come depistare l'attenzione del soggetto facendogli credere che un oggetto qualsiasi, una bottiglia d'acqua in questo caso, abbia proprietà specifiche. Se il soggetto vi concede la propria fiducia e crede in quello che dite, allora il gioco è semplice. Dategli una pillola di zucchero dicendogli che è un potente sonnifero, e dormirà. Dategli una pillola di zuccerro dicendolgi che fa passare il mal di testa, o di gambe, o di qualunque altra cosa, e i suoi malanni spariranno. Il metodo non è sicuro al cento per cento, ma la soglia di riuscita è senz'altro oltre il 90%. La maggior parte dell'effetto si ottiene, in questi casi, dalla fiducia che si ha nella fonte delle informazioni e dal suo prestigio nei confronti del soggetti.
Il seguente esempio è tratto da "A Handbook of Suggestive Therapeutics, Applied Hypnotism, Psychic Science" di Henry Munro (1908 prima edizione)
"Sedete, prego. Ora vi spiego cosa farò e cosa voglio da voi. Vedete questa bottiglietta di medicina?
Questo è un esempio di una preparazione che sto presentando ai medici, conosciuto come "composto somno-analgesico". "Somno" significa induttore del sonno, e "analgesico" significa allevia il dolore, così, allora, questa medicina è "produttore di sonno" e "allevia dolore". Si usa sfregandola sulla fronte, proprio come mi vedi strofinarla sulla mia. Noti che non fa male a me, e non vi potrà danneggiare. Ora, ho spiegato ai medici presenti che, perché questo rimedio faccia effetto, deve essere applicato in un certo modo, ..., ed è il modo in cui è applicata che determina il suo effetto. Voglio che tu prenda posto su questa sedia, metti indietro la testa contro la sedia, rilassi ogni muscolo, chiudi gli occhi leggermente, e respiri con la bocca, come se andassi a dormire. Poi, mentre applico il rimedio, ti sentirai presto totalmente tranquillo, quindi diventerai assonnato, e andrai a dormire, e ti sveglierai sentendoti bene.
Ora, vedete, il mio uomo, non resiste all'effetto della medicina: siede semplicemente qui e lascia che faccia effetto.
Prendete atto che il farmaco usato in questa occasione è stata solo una piccola fiala di acqua."
Alle origini
Prima ancora che il nome ipnosi fosse inventato, esisteva il mesmerismo, dal nome del medico tedesco Franz Anton Mesmer, da cui poi ebbe origine l'ipnosi.
Mesmer utilizzava mesmerizzare i suoi pazienti passando ripetutamente sul corpo all'altezza del volto e delle spalle, fino allo stomaco, dei magneti. L'utilizzo dei magneti era abbastanza comune ai suoi tempi, ma Mesmer andò oltre, mesmerizzando intere tinozze di acqua, da cui spuntavano delle bacchette che i pazienti stringevano nelle mani. L'esatta composizione e natura di questa strumentazione è andata perduita, ma è rimasta la descrizione dei fenomeni sperimentati dai pazienti, costituiti da violente convulsioni, risa, pianto, crisi.
Volgyesi
Volgyesi, che operò, secondo quanto scrive, più di 800.000 ipnosi, utilizzava un apparecchio elettrico per indurre l'ipnosi. Nella sua pratica professionale utilizzava un corredo tecnico da lui chiamato “Mano faradica”, che consisteva in due elettrodi alimentati con una corrente da 40 a 60 Volt con un amperaggio da 1 fino a 2,2 milliampere. Uno dei due elettrodi era tenuto in mano dal soggetto da ipnotizzare, l’altro da Volgyesi, che con quest’ultimo toccava il collo, le palpebre o la fronte del paziente.
Note
Attribuire ad uno strumento esterno, qualunque esso sia, la capacità di indurre ipnosi è questionabile. Ogni volta che c'è una stimolazione fisica, ne esiste una mentale. Mente e corpo non sono unità distinte e separate, ma un insieme unico: ciò che influenza la mente, influenza anche il corpo e viceversa. Stimoli e sensazioni che influenzano il corpo, influenzano nella stessa maniera la mente: la mente, in ogni caso, non può pensare se non quello che ha percepito e sperimentato con gli organi di senso.
Come scriveva albert Moll nel 1890: "Non conosco nessun caso ben documentato in cui la stimolazione dei sensi ha prodotto ipnosi attraverso un'azione puramente fisiologica."