A quanto pare, credere nella reincarnazione è collegato a una scarsa memoria, almeno secondo quanto sostenuto da uno studio del ricercatore Maarten Peters dell'università di Maastricht (Olanda): "The false fame illusion in people with memories about a previous life"
Secondo il ricercatore, le persone che credono di avere avuto vite passate, nelle vesti della regina di Saba o di un anonimo cittadino dell'impero romano, sono più propensi a fare certi errori di memoria. La propensione all'errore, spiegherebbe, almeno in parte, perché alcune persone aderiscono senza riserve all'idea implausibile delle vite precedenti.
Ai soggetti della ricerca è stato fatto un "false fame task". E' stato chiesto loro di leggere a voe alta una lista di 40 nomi, e quindi, dopo una pausa di due ore, di leggere un'altra lista composta nella seguente maniera:
- nomi comuni appartenenti alla lista letta precedentemente
- nomi famosi
- nomi comuni non compresi nella lista precedentemente letta
Il compito dei soggetti sperimentali consisteva nell'identificare i nomi precedentemente letti.
I risultati della ricerca hanno evidenziato come i "partecipanti con ricordi di vite precedenti hanno una maggiore tendenza a giudicare i nomi di persone non famose precedentemente letti come famosi, rispetto ai partecipanti del gruppo di controllo"
Questo tipo di errore, chiamato "source monitoring error", si verifica quando la sorgente di un ricordo non è identificata, e si riferisce all'abilità di identificare accuratamente la fonte di un ricordo.
In sostanza, secondo Maarten Peters, le persone che commettono questo tipo di errore possono alla fine convincersi di cose che non sono vere, e se richiesti durante una seduta d'ipnosi di parlare di una loro vita precedente, potrebbero alla fine convertire questa suggestione in una falsa memoria. Questo accede perché non sanno distinguere accuratamente tra fatti suggeriti e realmente accaduti.
"Una volta che si è raggiunta la familiarità con un evento, questo può essere facilmente convertito nel convincimento che l'evento ha effettivamente avuto luogo. Il passo successivo può essere che l'individuo interpreta i suoi pensieri e le sue fantasie sull'evento fittizio come un ricordo reale."
Quindi, come sostenuto da un altro ricercatore, McNally della Harvard University, questi ricordi non sarebbero altro che il sottoprodotto di una fantasia particolarmente vivida, che non permetterebbe ai soggetti di distinguere tra quanto realmente accaduto e quanto immaginato.