Recentemente è stato pubblicato un libro di Albino Comelli, uno psicoterapeuta francese che utilizza da anni l'ipnosi nella sua pratica terapeutica, dal titolo "Sotto Ipnosi" (Reverdito 2009).
Il libro, la cui data di prima pubblicazione è il 1959, narra la regressione ipnotica effettuata una paziente, che durante varie sedute ha narrato una vita vissuta tra l'800 e il 900. Oltre alla narrazione della sua vita di ballerina, ci sono descrizioni mistiche del flusso di anime nel tempo e nello spazio.
Nulla di nuovo rispetto a quanto accade a volte durante le sedute di ipnosi fino dai tempi di Mesmer. Fenomeni di visione a distanza, chiaroveggenza e regressione nel tempo fino a rivivere vite passate, sono state registrate, interpretate e discusse. Da questo punto di vista il libro non fa eccezione, e giustamente l'autore è molto cauto nell'interpretazione "scientifica" dei risultati.
Quello che mi interessa discutere del libro, non è tanto il contenuto, quanto il titolo. Infatti dire che una persona è "sotto ipnosi", non appare più politicamente corretto. E' un modo di dire che descrive la relazione tra ipnotizzatore e ipnotizzato, anziché allo stesso livello per instaurare un proficuo rapport ipnotico, su due piani differenti, con l'ipnotista che domina e comanda e il soggetto che non può che rispondere alle suggestioni e ai comandi. In ipnosi non ci sono posizioni come nel Kamasutra.
"Sotto ipnosi" stava la cantante Trilby, soggiogata dal "potere mentale" di Svengali nel film "Svengali" Archie Mayo (1931), oggi "sotto ipnosi", dunque fa parte di quei modi dire che appartengono ad un kamasutra ipnotico che oggi non ha più ragione di esistere, e che deve essere evitato.