La principale caratteristica dell'insonnia è la ricorrente insistenza di uno o più pensieri che continuano a girare nella mente come un disco incantato. Si ha difficoltà a iniziare e mantenere il sonno, oppure il sonno non è riposante.
L'insonnia si stabilisce solitamente dopo un lungo periodo di addestramento, durante il quale diventa un'abitudine. Ogni volta che ci si corica di dormire, anche se molti stanchi, la mente, invece di acquetarsi, si accende, il disco comincia a girare e i pensieri impediscono di dormire.
Ripetersi di dormire, non fa che peggiorare la situazione, alzarsi, prendere una tazza di latte, distrarsi con un libro, prendere una boccata d'aria fresca, non sono che tentativi futili di evitare il problema. Non appena ci si rimette a letto, il disco riparte, e si rimane con gli occhi aperti.
L'insonnia continua anche se sono state osservate scrupolosamente tutte le pratiche igieniche del buon sonno: riduzione di stimolanti, come la caffeina, eliminazione dei sonnellini pomeridiani, ripresa dell'attività fisica. La valeriana e altre erbe si dimostrano troppo spesso inutili, e nessuna tisana aiuta l'insonne.
Il sonno diventa una sorta di sabbie mobili alla rovescio, in cui più si vuole sprofondare più si rimane a galla.
Quando siano stati effettuati tutti gli esami e i controlli presso una clinica del sonno, che escludano cause somatiche, l'ipnosi offre un'alternativa preziosa rispetto ad altri metodi.
Fino dai primi giorni del suo sviluppo, l'ipnosi è stata confusa con il sonno, sebbene non sia come il sonno. Spesso viene indicata come uno stato ipnoagonico, ossia lo stato che precede il sonno. Qualche volta le persone che si sottopongono ad ipnsoi cadono addormentate spontaneamente, specialmente se l'ipnosi è fatta quando il soggetto è particolarmente stanco.
Che l'ipnosi abbia spesso ragione delle insonnie più dure non deve quindi essere motivo di sorpresa.
Spesso un aggiustmento del sonno, o un miglioramento della qualità del sonno ("Dormo più profondamente"), è riportato come un sottoprodotto dell'ipnosi da soggetti che la praticano per altri motivi.
L'auto-ipnosi è un altro metodo per ottenere un rilassamento profondo, eliminare l'iper-attività della mente dell'insonne e diminuire l'eccitazione che sono i sintomi principali dell'insonnia.
Gli approcci, naturalmente, possono essere altri, le tecniche variate, sia dirette che indirette. Si può usare l'immaginazione guidata, come delle registrazioni da far ascoltare a casa, ecc. L'approccio ipnotico non è così importante. Bisogna utilizzare qualunque cosa riduca l'eccitazione del soggetto.
La strategia dell'ipnosi per l'insonnia è quella di far riconoscere al cliente uno stato di profondo rilassamento e renderlo in grado di ripristinare questo stato con l'autoipnosi o con un segnale post-ipnotico. L'ipnosi, in questo caso, può proseguire fino al punto di condurre il soggetto ad un sonno profondo, in modo da rendere automatico il passaggio dallo stato ipnotico a quello del sonno. In questo modo, una volta imparato a ripristinare lo stato della seduta tramite auto-ipnosi, il soggetto sarà condotto in uno stato di trance che porta naturalmente al sonno. Un rilassamento progressivo molto lungo, formulato in maniera lenta e noiosa, come una cantilena o una litania, può essere tutto quello che serve. Quando è possibile, si può fare un rilassamento progressivo fatto con il soggetto già sotto le coperte: funziona a meraviglia, e conduce ad un sonno profondo in una ventina di minuti.
Un metodo molto semplice di autoipnosi per combattere l'insonnia è quello di prendere tre respiri molto profondi, con gli occhi chiusi, stando sdraiati nel letto, nella posizione in cui si è soliti dormire, espirando l'aria molto lentamente e concentrandosi unicamente sul respiro, accorgendosi dell'aria che entra e dell'aria che esce. Fatto il terzo respiro, bisogna rimanere nella posizione di partenza e continuare a respirare stando concentrati sul respiro, e SENZA tentare di modificarlo. Questa soluzione basta a molte persone per farsi una bella notte di sonno. Ripetuta una notte dopo l'altra, nel giro di quindici giorni, o anche meno, ristabilisce i normali ritmi del sonno.
Una bella suggestione per l'insonnia è ripresa da un compendio di medicina del 1894: "Stanotte dormirai, e nessuna preoccupazione che puoi avere avuto, ti impedirà di dormire.”.
Niente di più semplice, provare per credere.