Abbiamo visto in un precedente articolo come sia possibile utilizzare immagini per accedere alle nostre esperienze e modificarle, cambiando schemi di pensiero non funzionali in schemi di pensiero funzionali.
Ci sono numerose tecniche per fare questo, e ogni tecnica ha le sue varianti, ma nonostante questo possiamo raggrupparle in due grandi categorie: tecniche di sostituzione e tecniche di sub-modalità. Anche se , come in ogni tipo di classificazione, i confini tra queste due categorie sono sfumati, e ci sono sicuramente, all’interno delle varie tecniche, compenetrazioni e contaminazioni.
Le tecniche di sostituzione sono tutte quelle tecniche in cui si forma un’immagine iniziale del problema da affrontare e un’immagine del problema risolto, oppure un’immagine di come ci si sentirebbe se si fosse risolto il problema. L’obiettivo della sostituzione consiste appunto nel sostituire l’immagine negativa con quella positiva. Le tecniche di sub-modalità, lavorano invece, su differenti aspetti dell’immagine, che sono chiamate sub modalità, e che coprono ogni aspetto dell’immagine stessa. Le modalità sono di tipo cinestesico, visivo, uditivo, sensoriale , e olfattivo. L’analisi della modalità di un’immagine si riferisce a come sono sperimentate le cose, mentre le sub modalità sono aspetti di come ogni singola modalità è sperimentata. Ad esempio se si tratta di modalità visiva, le sub-modalità sono: luminosità, dimensione, colore, luminosità, movimento/fermo immagine, profondità, orientazione nello spazio, etc.. Ognuno possiede una sua peculiare risposta alle sub modalità.
Tecniche di sostituzione
Swish
Questa tecnica, che ho trovato tradotto in italiano come “scozzata” (!?), è associata con la PNL, e consente al cliente di controllare, o eliminare definitivamente, la sua reazione nei confronti un problema.
La tecnica segue lo schema dato nell’articolo citato (Imago ipnotica), e comincia facendo immaginare al cliente la situazione che scatena il comportamento che si vuole eliminare: ansia, fobia, etc.
Al cliente è chiesto di creare un immagine che rappresenta il momento in cui si sentono più ansiosi, o il momento in cui si sta per scatenare un attacco di panico. L’immagine costruita nella mente deve essere tale che portando alla mente l’immagine, si scatena le stesse reazioni della situazione problematica. Se si tratta di ansia, l’immagine deve portare il cliente a porovare lo stesso stato di ansia che costituisce il suo problema, almeno fino al punto che sia tollerabile per lui e utile a permettere di proseguire il lavoro sull’immagine stessa.
Una volta creata queste immagine, viene detto al cliente di metterla da parte. Spesso basta dire di spostare l’immagine sulla destra o sulla sinistra, a volte bisogna trovare soluzioni alternative. L’importane è che questa immagine sia messa da parte, per essere riutilizzata in seguito.
Fatto questo si costruisce una seconda immagine, chiedendo al cliente come sarebbe se avesse risolto la situazione e si sentisse sicuro e confidente di se stesso. Se il cliente ha paura di parlare in pubblico, si può creare un’immagine di se stesso mentre parla dinanzi a un vasto pubblico che ascolta rapito le sue parole o lo applaude, Se ha una situazione d’ansia che gli preclude di stare dove si trovano tante persone, può immaginare se stesso mentre prende la metropolitana. In una variante che ho provato spesso, si chiede al cliente di visualizzare la prima cosa che viene in mente, un’immagine che può anche essere slegata dal problema corrente, ma che contiene sensazioni e immagini positive.
Anche questa immagine deve essere messa da parte, come la precedente, per essere riutilizzata in seguito.
A questo punto si può cominciare la tecnica di sostituzione, che consiste nel rimpiazzare la seconda immagine con la prima il più velocemente possibile.
Anche in questo caso ci sono molti sistemi per realizzare la sostituzione. Si può ingrandire la prima immagine e rimpicciolire la seconda alle dimensioni di un francobollo. Mettere la seconda immagine nell’anglo in basso a destra e appena pronti allargare la seconda immagine fino a ricoprire la prima. Si può far sparire la prima immagine in un effetto dissolvenza come al cinema etc., le possibilità sono infinite, e si può trovare qual è meglio per il cliente. Una variante di questo sistema consiste nel prendere la prima immagine e quando si è pronti sbattere tra loro le mani dicendo a voce alta “swish”, sostituendo contemporaneamente l’immagine negativa con quella positiva.
Qualunque sia il metodo impiegato, questo deve essere effettuato velocemente, molto velocemente, e un certo numero di volte.
Fatta la sostituzione, si verifica se l’immagine iniziale contiene ancora delle sensazioni negative, se ce ne sono , si continua il processo fino a quando le sensazioni non sono sparite.
Sperimentare da soli questo processo in modo da appropriarsene, conduce a risultati migliori che non utilizzando il processo nella sua variante più nota o la variante appresa da altri. Ascoltare attentamente il soggetto, conduce di solito alle scelte milgiori in termini di esito positivo.
Tecniche di sub-modalità
La tecnica più nota è probabilmente la fast fobia cure, di Bandler & Grinder, che viene presentata e utilizzata sotto molte differente varianti, che hanno in comune i punti fondamentali della versione originale. I punti salienti di questa tecnica sono :
Presentare un aspetto delle memoria o della vita del cliente in modo sicuro.
Vedere questa memoria re cambiarla in qualche aspetto
La presentazione, per essere sicura, deve avvenire in maniera dissociata, in modo che il cliente possa vedere il ricordo, la situazione problematica della sua vita, a una certa distanza.
Per realizzare questo si fa immaginare al cliente di essere in un cinema o in un teatro. Il cliente è da solo e può sedersi nel posto migliore che desidera. Davanti a lui c’è lo schermo cinematografico, o la scena del teatro.
Sui braccioli della poltrona ci sono dei bottoni, uno che fa partire la scena, uno per fermarla, e un altro per farla andare all’indietro, un altro per farla andare avanti. La presenza dei bottoni è opzionale, perché basta far immaginare le azioni associate ai bottoni perché il cliente le realizzi. I bottoni possono essere associati tramite risposta ideomotoria a un dito particolare.
Successivamente si chiede al cliente di immaginare se stesso nella camera di proiezione, mentre guarda se steso in platea. Oppure si dice al cliente di immaginare di sollevarsi fino alla camera di proiezione uscendo fuori dal corpo. Questo crea dissociazione, e il metodo da utilizzare deve essere scelto in funzione delle caratteristiche del cliente.
Adesso può partire la scena, in bianco e nero, sullo schermo cinematografico. Il cliente può fermarla se raggiunge un punto in cui raggiunge un punto particolarmente stressante o spiacevole. In un’altra variante il cliente può andare velocemente fino alla fine del film, premendo l’apposito bottone. In un’altra ancora il cliente vede tutto il film fino alla fine. Lo stato di dissociazione in cui si trova rende le situazioni viste sullo schermo sopportabili.
Una volta raggiunta in qualche modo la fine del film, al cliente è chiesto di vederlo all’indietro fino all’inizio. Ogni cosa deve andare all’indietro, velocemente, come in un vecchio film. Le bottiglie tornano sui tavoli, le persone camminano all’indietro e parlano alla rovescia.
Rivisto il film, o la scena al tetro, si manda vanti, ma stavolta a colori, molto velocemente: in uno o due secondi. Raggiunta la fine, lo si riavvolge di nuovo, con le modalità precedentemente viste, ma stavolta a colori.
Si prosegue così, guardando il film e riavvolgendolo sempre più velocemente quante volte si desidera, fino a quando la visione del film non suscita più emozioni negative. In un’altra versione si può far scendere dalla sala di proiezione il cliente, associarlo al se stesso che sta osservando il film dalla poltrona e ripetere il processo. Successivamente si fa salire il cliente dalla platea direttamente nel film, e si procede a rivederlo un ‘altra volta.
A questo punto si prende in esame il problema iniziale e si verifica se le reazioni che si hanno dopo avere effettuato l’intero processo sono le stesse o differenti. Le reazioni emotive, dovrebbero essere differenti, in particolare si dovrebbe guardare il film come se riguardasse la vita di qualcuna altro.
Note
Queste tecniche favoriscono una trance naturale, per cui non richiedono ipnosi, ma possono essere utilizzate anche in ipnosi, dopo un'induzione formale.