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Rilassamenti

15/10/2009 ipnoguida — Autoipnosi, Rilassamento 1

Il rilassamento come tecnica per raggiungere o migliorare lo stato del proprio benessere, è entrata a far parte della nostra quotidianità, portando a un fiorire di tecniche diverse, che però possono ricondursi tutte a due differenti approcci. Il primo, quello orientale, che media le tecniche di rilassamento dalle discipline millenarie dell'estremo oriente come lo yoga, e quella occidentale, che prende spunto dalle tecniche ipnotiche nate in Francia alla fine del XVIII secolo ad opera di Mesmer.

Ormai le tecniche sono tante e così numerose, che sarebbe addirittura parlare di rilassamenti, piuttosto che di rilassamento in senso generale, perché ogni tecnica ha creato scuole e filiazioni, che a loro volta sono diventate scuole. Alcune sono sopravvissute, alcune si sono espanse, altre hanno lasciato appena un segno e sono sparite.

Differenziarsi, è sempre stato il tema principale delle varie scuole di rilassamento, sia questioni legate al differente approccio filosofico, sia per questioni più pratiche, come il differenziare il proprio marchio sul mercato. Dal punto di vista dell'osservatore esterno che desidera impadronirsi della tecnica del rilassamento, vale la pena chiedersi se è vera l'affermazione fatta da ogni singola scuola di essere l'unica e sola in grado di farci raggiungere uno stato specifico di coscienza.

Lo stato autogeno di Schultz, oppure la coscienza sofrologica di Caycedo, o il Samadhi dello Yoga, per tacere di molti altri, non sembrano ad un esame ravvicinato e condotto senza pregiudizi, tanto dissimili tra loro. Anche i metodi impiegati per raggiungere questi differenti stati, per quanto sfruttino tecniche differenti, hanno in comune la concentrazione della mente su una singola idea o pensiero, che a sua volta richiama il monoideismo di Braid.

Fuori da ogni considerazione tecnica, il rilassamento esiste anche nella vita quotidiana, come semplice atto con il quale intendiamo staccarci un momento dalle preoccupazioni della giornata e cerchiamo riposo e distensione. ognuno di noi ha il suo sistema per far questo: chi prende aria facendo un breve passeggiata, chi chiude un attimo gli occhi, ad altri piacerà distendere i muscoli oppure giacere completamente immobili, altri si accontenteranno di stare senza fare nulla con la mente sgombra. Per ciascuno di noi, comunque, si tratta di un momento di riposo da utilizzare per riprendere le forze,eliminare le tensioni, sedare lo stress e riprendere la giornata con rinnovata energia.

I ritmi che viviamo quotidianamente, specie in una grande città, rendono quasi indispensabile un momento di questo tipo, che sia veramente efficace, ossia che ci faccia recuperare le energie e ci dia quel riposo fisico e mentale di cui si sente il bisogno dopo un giornata passata a fare i conti con il traffico, gli orari, i molteplici impegni e gli imprevisti.

Non stupisce quindi che ci sia una grande domanda a cui il mercato ha risposto proponendo una grande varietà di metodi, che partono da quelli di auto-aiuto, come manuali e brevi seminari di un paio di giorni, a tecniche più raffinate e articolate. Il minimo comun denominatore di tutte queste offerte, è spesso la rapidità. Viviamo in una civiltà in cui il tempo è denaro e che sembra non avere la pazienza di lasciare che le cose crescano e si sviluppino secondo i loro ritmi. Il risultato rapido è ambito, perché di solito si coniuga a un minore dispendio in termini di tempo e denaro.

Purtroppo non sempre è possibile coniugare rapidità e qualità. Una tecnica di rilassamento che possa diventare veramente utile per il nostro benessere, deve essere praticata con costanza e appresa da chi già la pratica, perché apprendere dall'esperienza di un'altra persona diminuisce i tempi di apprendimento, evitando gli errori che spesso si compiono durante l’autoistruzione.

Bisogna anche capire cosa intendiamo per rilassamento. Il rilassamento muscolare profondo, non ha nulla o poco a che vedere con la terminologia colloquiale del termine. Il fine che si propone il rilassamento è quello di agire sul corpo, attraverso i muscoli, per arrivare alla loro decontrazione e raggiungere la passività. Solo quando si giunge a questo stato di rilassamento, è possibile cominciare a fare filosofia o teorizzare uno stato particolare, perché solo a questo punto la mante è libera di cominciare il suo lavoro di indagine interna, essendo completamente svincolata dalle sensazioni e dalle pulsioni del corpo. La scoperta di un mondo "mentale", è possibile solo quando si abbassa il "rumore" del corpo. L'immobilità de copro favorisce la quiete e la calma della mente.

Starsene sdraiati completamente immobili con le palpebre abbassate, così rilassate fino al punto che non vogliono saperne di aprirsi, è il primo passo che dobbiamo fare per rivolgere lo sguardo dentro di noi.

Sebbene tutte le scuole indichino la calma e il silenzio come fattori ambientali determinanti, dobbiamo considerare che sapersi rilassare può risultare utili proprio quando non ci sono al contorno le condizioni più favorevoli. Dobbiamo quindi imparare a praticare anche se intorno non c’è silenzio, perché i fine di ogni tecnica di rilassamento, qualunque nome abbia, è proprio quello di renderci capaci di distaccarci dall'ambiente esterno e restituirci la calma e l'energia interiore passando dal rilassamento del corpo.

Qualunque aggettivo o nome abbia la tecnica di rilassamento, serve a poco o nulla se non ci permette di focalizzare completamente la nostra attenzione sull'interno, su uno spassionata indagine delle nostre sensazioni, dei nostri pensieri e delle nostre emozioni. Se pratichiamo una tecnica e siamo ancora iracondi e perdiamo la calma per ogni piccolo contrattempo, stiamo sbagliando qualcosa. Il rilassamento passando attraverso il corpo, deve arrivare alla mente, e rimanervi come un'abilità acquisita. Abbiamo imparato a camminare da bambini e adesso non dobbiamo più chiederci come fare a mettere una gamba davanti all'altra mantenendo l'equilibrio. Così deve essere per il rilassamento. La calma deve "abitare" in noi, come una capacità acquisita, e come tale non deve essere né richiamata coscientemente né invocata nel momento del bisogno. Deve stare lì, come una risposta automatica, nata dal tempo che abbiamo dedicato ad apprenderla.

Qualunque sia la scuola di pensiero o l'orientamento filosofico delle scuole, il rilassamento è uno e uno solo, passa attraverso l'immobilità del copro e raggiunge la mente, dove diventa quiete, e infine appare alla nostra coscienza come la capacità di dominare qualunque situazione, per quanto possa sembrare difficile, con la forza della calma e della tranquillità interiori.

edmund jacobson, Stress, tecniche rilassamento

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