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Ipnosi per dimenticare

09/04/2014 ipnoguida — Ipnosi 8

Una delle richieste che mi vengono fatte più spesso, è di utilizzare l'ipnosi per dimenticare un fatto spiacevole o una persona che non si sarebbe mai voluta conoscere. Che i ricordi possano sparire del tutto, svanire nel nulla, è una delle convinzioni maggiormente diffuse nei riguardi dell'ipnosi, ma è del tutto falsa.

A questo stato di cose contribuiscono sicuramente gli spettacoli in cui si vede l'ipnotizzato di turno che ha dimenticato il suo nome o non riesce più a contare correttamente, perché non ricorda l'esistenza di un numero. Sembra proprio che l'ipnosi cancelli il contenuto della memoria come si fa con i file sui dischi dei computer. Un comando delete, e del file non rimane più niente.

In spettacoli o dimostrazioni di questo tipo, si è assistito ad un effetto noto come amnesia ipnotica, un effetto che dura il tempo della seduta e che eventualmente può essere esteso per qualche tempo con una suggestione post-ipnotica. Niente di eterno, comunque, né di irreversibile.

La confusione sull'amnesia ipnotica genera quelle che credo siano vere e proprie leggende metropolitane, sulla possibilità di smettere di fumare dimenticandolo di averlo mai fatto. L'idea alla base di questo ragionamento, è che eliminando il ricordo, si elimina di conseguenza ogni stimolo associato, si ritorna alle origini, il desiderio di fumare è sparito, anzi, meglio ancora, non è mai esistito.

Se fosse effettivamente possibile, sarebbe una grande cosa, specialmente se fosse possibile estendere la tecnica ad altri ricordi, specialmente quelli associati a un grande dolore, o a una grande delusione.

Ma cosa potrebbe succedere se una cosa del genere fosse possibile?

Seguiamo l'ex fumatore amnesico al suo ritorno a casa, dove trova dei portacenere pieni di mozziconi di sigaretta. Strano, si dice, non ho mai fumato, che ci fanno qui questi portacenere?

Una piccola incongruenza si fa strada nella sua mente. Quei portacenere sono assurdi, e per quanti sforzi faccia, il nostro ex-fumatore, proprio non riesce a capire da dove vengano. Siccome non crede che dei folletti con il cappello a punta se ne vadano in giro a fare scherzi, rimane piuttosto perplesso.

Quando più tardi la moglie gli chiede una delle sue sigarette, lui afferma, con molta convinzione di non fumare, di non avere mai fumato. Sua moglie, stranamente, insiste, e lui non capisce perché. Non riesce nemmeno a capire perché il suo più caro amico si presenti a casa sua con una scatola di sigari cubani. Un'altra piccola incongruenza si fa strada nella sua mente: stanno succedendo cose strane, veramente strane. E' strano anche il dottore, quando gli intima una volta per tutte di smettere di fumare. Tutto il mondo è convinto che lui sia un fumatore accanito.

Ma il nostro ex-fumatore amnesico, è assolutamente convinto del contrario. Ma nessuno sembra credergli, quando lo afferma con la massima convinzione. Sembra che siano tutti coalizzati contro di lui in una grande congiura globale. Il mondo è completamente impazzito.

Questo è solo un esempio di quello che potrebbe succedere.

Il fatto è che noi siamo i nostri ricordi. Noi sappiamo chi siamo oggi, perché abbiamo memoria di quello che eravamo ieri, e progetti per quello che faremo domani. Quando la memoria svanisce, non scompaiono solo i ricordi, ma il nostro stesso senso di Sé.

Noi siamo i nostri ricordi. Senza memoria, semplicemente non siamo, non esistiamo, non progettiamo la nostra esistenza. Senza un passato non ci può essere un futuro. E nel nostro passatoci sono tute le persone che abbiamo conosciuto, e gli affetti che ci hanno legato loro, e le emozioni che ci hanno suscitato, buone o cattive che fossero. E nella memoria ci sono anche i luoghi che abbiamo visto, le strade su cui siamo cresciuti, gli odori delle cose buone che abbiamo annusato, la musica che abbiamo ascoltato. Ci sono tutti insieme, mescolati, mischiati, sovrapposti, come in un magma primordiale, dal quale riusciamo ad estrarre i ricordi. Quando questo magma cessa di essere vitale, e si appiattisce in una pozza di fango che alla fine solidifica, non è più possibile andare a ripescare i ricordi.

Questo è quello che accade a un malato di Alzheimer, che lentamente perde i ricordi, uno a uno, e con questi i contatti con il suo mondo, mentre contemporaneamente perde i contatti con se stesso, fino a diventare un organismo svuotato di ogni soggettività. Non sono io, se non ho memoria di me.

Lo stesso effetto dell'Alzheimer si potrebbe ottenere disponendo della capacità di procurare amnesie a richiesta. Perché si potrebbe far dimenticare a qualcuno di essersi sposato, di avere avuto figli, di fare un certo lavoro, di avere una casa, di essere nato in un certo paese, di avere fatto certi studi. Si potrebbe far dimenticare le note a un musicista, per veder cosa rimane della sua arte, o Le parole a un poeta e i colori a un pittore. Si potrebbe far sparire l'intero mondo di una persona e la persona stessa, in una sorta di Alzheimer procurato.

In realtà, manipolare la memoria, non è affatto semplice come può sembrare. I ricordi non sono oggetti isolati, cose che possiamo prendere e gettare via a piacimento, ma sono intessuti l'uno con l'altro a formare una trama complessa. Ogni ricordo è contestuale, collegato alle sensazioni visive, olfattive, tattili, cinestetiche, uditive, del momento in cui si è vissuto e di tutti gli altri ricordi affini. Per questo motivo si ricorda qualcosa, anche a distanza di molto tempo, quando ci capita di ascoltare una certa canzone, o vedere un oggetto particolare. Ogni cosa nel presente può essere il gancio che afferra un ricordo, e lo riporta alla mente. E in ogni ricordo ci sono mille altri ricordi.

Eliminare un ricordo, uno qualsiasi, di qualunque natura, comporterebbe l'eliminazione della trama cui appartiene. Un solo ilo strappato dalla trama dei ricordi, diventa un buco nel tessuto dell'esistenza di un individuo.

Per comprendere l'importanza e la complessità della memoria, si può esaminare il caso dell'amnesico più famoso della letteratura, H.M., recentemente scomparso. H.M. fu operato a 16 anni per i disturbi causati dall'epilessia. I dottori, dopo una serie di operazioni che non erano state risolutive, pensarono bene di togliere l'ippocampo, una struttura che si trova tra i due emisferi cerebrali, e che deve il suo nome per il fatto di avere una forma che ricorda quella di un cavalluccio marino.

Quello che non si sapeva, allora, e che si è scoperto grazie a questa sfortunata circostanza, è che l'ippocampo è la struttura che contribuisce a memorizzare i ricordi a lungo termine. infatti esistono almeno due tipi di memoria, quella a breve termine, che si utilizza al momento, e serve a ricordare quello che di cui l'interlocutore parla, o un numero di telefono appena comunicato. Da questa memoria a breve termine i ricordi, per diventare tali, devono passare in quella a lungo termine, in cui il numero di telefono sarà memorizzato per essre ricordato all'occorrenza.

Dopo l'operazione, la capacità di H.M. di utilizzare la memoria a lungo termine era sparita. H.M. poteva parlare un'ora intera con qualcuno, ma se questi usciva dalla stanza e rientrava dopo pochi minuti, il tempo che occorre alla memoria a breve termine per svuotarsi del suo contenuto, nonv eniva riconosciuto. Per H.M. era la prima volta che lo vedeva, l'incontro precedente e tutto quello che era stato detto o fatto, era completamente sparito dalla mente di H.M., come se non fosse mai esistito. E per H.M. era proprio così. Le cose esistono solo perché ne abbiamo memoria. L'intera esistenza di un individuo non è che la registrazione della sua memoria.

I ricordi di H.M. si erano fermati al giorno dell'operazione, quando aveva 16 anni. Da allora in poi, non era stato più in grado di memorizzare nulla. Ogni mattina si svegliava, e aveva sedici anni. E forse voleva scendere in cucina a fare colazione, ma non si trovava più a casa sua, e sua madre era morta da tempo, ma lui, semplicemente, non lo sapeva.

Questa tragedia individuale, ha permesso di comprendere molti dei meccanismi di funzionamento della memoria.

Adesso sappiamo che possono esserci amnesie anterograde, come quella di H.M., che consistono nell'incapacità di incamerare nuovi ricordi. Amnesie retrograde, che riguardano gli avvenimenti passati, e che in certi casi possono essere lacunari, ossia riguardare un certo lasso di tempo.

L'amnesia può avvenire per cause traumatiche, come un incidente, o un'operazione sbagliata, oppure spontaneamente, senza cause apparenti, ma in ogni caso l'esito dell'amnesia rappresenta un fatto traumatico, di gravità crescente in funzione del tempo sottratto alla memoria, perché priva l'individuo di una parte di se, della sua storia, o della possibilità di avere un futuro.

L'amnesia è una patologia, e va curata, non procurata.

Anche perché nessuno ci assicura che il cliente che ha dimenticato di aver fumato, non decida di cominciare a fumare proprio il giorno stesso, tanto per provare una cosa nuova, mai fatta prima.

amnesia

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  • Ipnosi per dimenticare
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